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Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

IL CASO INCENERITORE
di Walter Brancaccio


Perché siamo contrari
al termovalorizzatore
(pagina 2)


• Il termovalorizzatore non sembra in grado di offrire tutte le garanzie sul piano dell’impatto ambientale. Certo la questione è anche controversa. Ci sono centinaia di studi scientifici condotti da importanti istituiti di ricerca nazionali e internazionali, che noi abbiamo incominciato a leggere, che presentano l’inceneritore (o termoutilizzatore, come lo chiama Ugo Carpinelli) come un eco-mostro o l’unica soluzione per risolvere definitivamente il problema dell’emergenza rifiuti. C’è chi lo difende e chi lo demonizza. Un fatto è certo: non elimina le discariche, come si vuol far credere, e le ceneri sono destinate a filtrare nell’aria e nelle falde acquifere. I rifiuti bruciano poco e male e in un territorio dove la raccolta differenziata ha ancora percentuali basse (se si esclude San Cipriano e Sei Casali) nell’inceneritore rischia di andarci di tutto e di più. Anche le ecoballe. Credo che non ci sia un solo esponente dei Ds che non sappia che un inceneritore comunque inquina.
• Il decreto Ronchi, che disciplina in Italia lo smaltimento dei rifiuti, prevede come soluzione migliore il reimpiego e il riciclaggio mentre cita la combustione dei rifiuti come soluzione estrema;
• L’impiego e la distribuzione delle risorse è un rebus.
• Per quanto attiene, poi, al numero dei dipendenti l’inceneritore non può essere considerato uno sbocco, una valvola di sfogo, non si può prevedere nemmeno un posto di lavoro in più rispetto all’attuale dotazione del personale attualmente in servizio presso la discarica di Sardone. Si tratta di impianti che hanno bisogno di pochi dipendenti e di manodopera altamente specializzata.
• Poi bisogna tener ben presente che la realizzazione di un inceneritore è destinata ad incidere in maniera determinante sul mercato della domanda e dell’offerta di alloggi. Perchè gli immobili in un raggio di 30 chilometri saranno deprezzati/ svalutati e varranno sempre di meno. Non è affatto casuale che contro il termovalorizzatore di Acerra è scesa in campo anche l’associazione dei costruttori. E’ possibile ipotizzare anche un scenario in cui mentre in questo territorio, che si “gonfia” di abitanti provenienti da Salerno ed in pratica da tutta la Provincia, un abitazione resta ambita per vari motivi (il caso della frazione di Campigliano è emblematico ) questo meccanismo potrebbe incepparsi se non fermarsi del tutto.
• I problemi connessi all’insediamento (“costi sociali” e costi del sistema di infrastrutture e servizi) costituiranno un grosso onore per la collettività mentre è tutto da verificare il rapporto costi-benefici.
• L’inceneritore mostra la trama delle politiche centralistiche volute dai Ds per esercitare il controllo clientelare del territorio e più ancora finanziario di tutto il “processo” dei rifiuti accentrato in un unico terminale in mano ad una sola persona o a una ristretta oligarchia. Tutta l’economia diffusa che ruota intorno ai rifiuti andrà in crisi e non è affatto scontato che la camorra che già controlla le ditte di trasporto non avrà più voce in capitolo.

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