Divorziati e società. Gassani: “Al dramma umano si aggiunge la discriminazione della Chiesa cattolica”. Sì al divorzio in 1 anno.
“In ordine all’invito posto alla Chiesa dal Presidente del Consiglio on. Silvio Berlusconi di consentire la comunione anche i divorziati l’Associazione Matrimonialisti Italiani è in linea di principio d’accordo con tale richiesta (che peraltro proviene anche da molte altri parti della società) atteso che in molti casi uno dei tanti motivi di disperazione dei divorziati è la discriminazione che sono costretti a subire dalla Chiesa cattolica dopo aver conseguito la sentenza di divorzio”. Lo dice il presidente nazionale AMI, avvocato Gian Ettore Gassani: “Si tratta – continua - di un dramma umano e religioso che ovviamente i giuristi non possono in alcun modo risolvere. Molti rinunciano al diritto di divorziare, magari accettando qualsiasi ingiustizia dal coniuge pur di non ricevere questa sorta di ‘scomunica’. Ciò rappresenta un attentato alla libertà di scelta delle persone di estrazione cattolica che sono il 70% di coloro i quali si separano o divorziano su una popolazione stimabile in circa 3 milioni di persone (a cui vanno aggiunti altrettanti figli)”. Da laico, Gassani puntualizza: “Ciò premesso è evidente però che se la Chiesa cattolica non ha il diritto di interferire nelle questioni che riguardano lo Stato italiano, tale principio evidentemente è reciproco. Soltanto la Chiesa cattolica potrà autonomamente rimuovere alcuni dogmi che obiettivamente esasperano gli animi soprattutto di coloro i quali hanno divorziato per scelta altrui”.
Divorzio breve - Per quanto concerne l’annosa questione del divorzio breve, l’A.M.I. propone la riduzione dei tempi (da 3 ad 1 anno) per presentare il ricorso. “Sono assolutamente inaccettabili i tempi per ottenere, oggi, lo stato libero in Italia. In caso di procedure giudiziali, infatti, tra procedure di separazione e procedure di divorzio in Italia occorre attendere in media 9 anni con il record assoluto del Tribunale di Messina che attesta i tempi ad 11 anni. Nel resto d’Europa, dove nella maggior parte dei Paesi non esiste più la fase della separazione, per ottenere lo stato libero, attraverso il divorzio, occorrono al massimo 12 mesi”.
Gassani chiude: “Gli italiani separandi e divorziandi che si rivolgono alla giustizia per ottenere separazioni e divorzi sono esasperati e sfiduciati nei confronti del sistema giudiziario in quanto la ingiustificata attesa della fatidica sentenza di scioglimento del matrimonio li obbliga a lunghissimi periodi di convivenza more uxorio con i nuovi partners”.