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Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

“Una nuova giurisprudenza contro il mantenimento ai figli ultratrentenni. Basta con rendite parassitarie ai ‘bamboccioni’.

 “Solo in casi estremi i figli possono pretendere ed ottenere il mantenimento in età adulta da parte dei genitori”. L’Associazione Matrimonialisti Italiani prende posizione in merito all’articolo-denuncia pubblicato sul quotidiano Il Sole-24 Ore. “La nostra giurisprudenza – dice il presidente avv. Gian Ettore Gassani - ha esteso sine die il diritto dei figli ad essere mantenuti dai genitori; così facendo ha contribuito, pur senza volerlo, al dilagare del fenomeno tutto italiano dei ‘bamboccioni’ (in casa a 30 e 40 anni). Tale fenomeno diventa ancor più evidente e significativo nelle vicende separative e divorzili laddove si instaurano procedimenti altamente conflittuali in cui alla contrapposizione moglie/marito si aggiunge quella genitori/figli. Nelle separazioni e nei divorzi i giudici non fanno più distinzione in ordine al mantenimento in favore di figli maggiorenni o minorenni anzi, gli assegni di mantenimento per i maggiorenni sono in media di gran lunga superiori atteso che le spese per i (presunti) studi universitari o quelle necessarie per condurre una vita dignitosa sono maggiori rispetto alle esigenze di un bambino o di un adolescente”. Gassani propone: “E’ opportuno che sul piano squisitamente probatorio sia il figlio a dover dimostrare in giudizio di non essere in grado di badare a se stesso da maggiorenne. Oggi invece sono i genitori che hanno l’onere di provare che il figlio è autosufficiente economicamente o che non si è attivato per trovare stabile occupazione. In Italia tutti i problemi sociali vengono risolti semplicemente attraverso l’assegno di mantenimento. La famiglia oggi è diventata una succursale dell’INPS che deve colmare gravi lacune sociali. Occorre un nuovo orientamento giurisprudenziale che renda del tutto residuale il diritto dei figli a ricevere il contributo per il loro mantenimento superato il 30esimo anno di età”. Analizza: “C’è un pericoloso fenomeno di scontro tra generazioni e stili di vita: oggi molti genitori settantenni continuano a mantenere i figli anziché godersi la vecchiaia e la pensione. Pur ammettendo le obiettive difficoltà occupazionali appare lecito ipotizzare che la certezza di poter ricevere rendite parassitarie svilisce, anche inconsapevolmente, ogni legittima ansia di indipendenza dei nostri 30enni o 40enni”. Ancora: “Le statistiche ufficiali confermano una notevole riduzione dei matrimoni e la crescita media dell’età di chi intende contrarre matrimonio. I figli oggi sono diventate ‘gole profonde’ pronti ad andare dall’avvocato per far causa ai genitori al fine di continuare a ricevere l’assegno di mantenimento o per cercare addirittura l’adeguamento in termini di aumento. Urge trovare soluzioni condivise affinché vengano contemperati i diritti dei figli ad essere mantenuti e dei genitori ad essere esonerati da quest’onere infinito”. 
  
 Avv.  Gian Ettore Gassani

 
 
 
 
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