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Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

PIPPO POLLINA LA SUA STORIA: ARTISTA EUROPEO A TUTTO TONDO

pippo pollina

In due parole: maestosa la sua storia di uomo del sud ed europeo; talvolta spiazzante e ricco di humour il personaggio. Andato via da giovanissimo dalla Sicilia, dopo aver fatto, a venti anni, importanti esperienze anche giornalistiche (con il mensile I Siciliani diretto da Giuseppe fava), gira l’Europa (Ungheria; l’ex DDR; Inghilterra; Francia; Austria; Olanda; Germania; Svizzera; Scandinavia). Si evidenzia che le modalità scelte per intervistare Pippo Pollina (spedizione delle domande e ricezione risposte tramite e-mail) non hanno consentito il dialogo diretto che solo consente modifiche e integrazioni strada facendo. Tuttavia, l’intervista realizzata con queste modalità, consente di raccogliere elementi di autenticità che spesso sono cancellati con l’inevitabile adattamento – ammorbidimento che si crea nel rapporto diretto; è proprio ciò che rende spesso tutto poco autentico. La sua discografia è tanto ampia che provare a sintetizzarla si lascerebbero troppi brani e album in secondo piano. Abbiamo impiegato poco tempo a capire, da una lettura in controluce delle risposte, in particolare l’ultima, che nessuno gli abbia regalato nulla. Anche volendo dedicare un esiguo tempo all’approfondimento, a esempio con un approccio a volo di uccello sul materiale che si potrà ricavare come sopra, resterà traccia indelebile di un personaggio da approfondire. Senza usare parole troppo enfatiche, non si può evitare di segnalare la qualità della sua ricerca, la capacità di dirigere lo sguardo su tematiche e personaggi fondamentali. Abbiamo in mente: l’artista cileno Victor YARA (Il giorno del falco, album interamente dedicato a lui, 1997. Víctor Lidio Jara Martínez; San Ignacio, 28 settembre 1932 – Santiago del Cile, 16 settembre 1973), fu un grande cantautore, musicista e regista teatrale cileno; che, proveniente da famiglia contadina, politicamente impegnato, dapprima anche con la Chiesa, divenne un riferimento internazionale nel mondo della canzone di protesta e quella d’autore. Fu torturato e ammazzato dalla repressione di Augusto Pinochet; e la fotografa svizzera ANNEMARIE SCHWARZENBACH (Amica mia, dall’album Insieme, 2002. Nata da una famiglia di industriali svizzeri con simpatie naziste, entrò nel circolo di Erika e Klaus Mann, figli di Thomas Mann. Con il loro sostegno intraprese la professione di scrittrice. Si liberò dai condizionamenti familiari. Dal 1933 va in Oriente e si occupa di scavi archeologici. Si reca in Siria e in Iran. Il 25 maggio 1935 sposa il diplomatico francese Claude Clarac. Viaggia ancora: va negli Stati Uniti, dove realizza servizi giornalistici e fotografici pubblicati in diversi quotidiani svizzeri. Nel 1939 realizza, con la ginevrina Ella Maillart, l’impresa di raggiungere in auto il continente indiano, attraversando, tra altri Stati, l’Iran e l’Afganistan. Giungono a Kabul proprio mentre in Europa deflagra la seconda guerra mondiale. La Maillart scrisse il libro La via crudele. Due donne in viaggio dall'Europa a Kabul (EDT, Torino, 2001), dove la Schwarzenbach è descritta con lo pseudonimo Christina; si possono vedere suoi scatti fotografici e acquisire notizie nel sito della Biblioteca Nazionale Svizzera.
INTERVISTA A PIPPO POLLINA
Ci interessa il Pippo Pollina persona e viandante … Come accade a molti, è capitato di incontrare pietre messe a bella posta per farti inciampare?
“Si. Forse anche più spesso di quanto pensi. Tuttavia solo da pochissimo tempo me ne sono accorto. Non ho mai creduto fino in fondo alla negatività del prossimo e il più delle volte quando notavo la maliziosità di talune riflessioni di persone che avevo vicino mi chiedevo: Ma come è possibile pensare così male degli altri ? Beh...debbo ammettere che talvolta avevano ragione”.
E l’artista, invece, che tipi di intoppi ha incontrato?
“Credo che la mia storia personale si intrecci molto con quella artistica. Quando si fa un "lavoro pubblico" e non si lesina di esprimere i propri pareri talvolta anche in maniera "forte" allora non ci si può stupire di pestare i piedi a qualcuno. E neanche, poi, che questo qualcuno decida di reagire”. Come hai fatto a trovare la tua strada? Quali gli strumenti necessari? E quelli della tua canzone Camminando li hai utilizzati?
“Uno dei miei motti è: CHI NON CERCA TROVA. Con ciò non intendo dire che la determinazione sia un elemento ininfluente per il raggiungimento di risultati. Anzi. Senza una certa disciplina anche nell'arte non si va lontano. Tuttavia alla base del "consenso" c'è anche una certa naturalezza della comunicazione. E questa si alimenta dalla "sete" di vera vita che uno ha. Se hai qualcosa da dire e da dare allora tutto ciò verrà fuori in un modo o in un'altro. Indipendentemente dal livello di successo che si otterrà. Poiché quello poi dipende anche da tanti altri fattori concomitanti. La strada si "sconta" percorrendola.
Vuoto mentale. Respiro profondo. Qual è, Pippo, la prima canzone, il primo tuo testo che ti viene in mente? C’è un perché?
“Ehm...respiro profondamente ma....mi viene in mente solo un buon gelato siciliano...scusa, fa tanto caldo eh … eh ...”.
Facciamo l’ipotesi che, designato come l’essere umano capace di cancellare dalla mente altrui tutte le canzoni note, e lasciare la possibilità di ricordarne solo cinque, quali salveresti?
“Il solito giochino ? 5 sono poche ma divago fra i generi, va bene ?
THE RAIN SONG dei LED ZEPPELIN
VEDRAI VEDRAI di LUIGI TENCO
LA MAZA di SILVIO RODRIGUEZ
NE ME QUITTE PAS di JACQUES BREL
QUE SERA' QUE SERA' di CHICO BUARQE DE HOLLANDA
Sicilia. Argomento inevitabile. Per molti significa mondo. La sua cultura fa sentire piccolissimi. Crediamo non se ne possa fare a meno e che dovrebbe far parte dei beni immateriali tutelati dall’UNESCO. Per te cos’è?
“La Sicilia? Una bella terra dove si celebra l'incompiutezza dell'uomo. La sua feroce incapacità di rispettare il creato. Tutti o quasi hanno provato a plasmarla. Alla fine è stato quel luogo che ha plasmato e cambiato loro. Fino a quando hanno deciso di andarsene, oppure sono stati cacciati via. Sempre (o quasi) da altri però. Mai dai Siciliani”.
E la Svizzera, l’Austria, Germania, cosa rappresentano?
“Luoghi dove i popoli hanno avuto altri destini. Figli di inverni rigidissimi e di belle stagioni troppo corte per lasciarsi imbrigliare nel gioco della "dolce vita". Non è casuale che da quelle parti sono nati HEGEL, KANT, MOZART, EINSTEIN, BEETHOVEN, WAGNER, FREUD, GOETHE, BACH, SCHILLER, BRECHT, KLIMT, etc … etc ... tutta gente che veniva al sud per fare il pieno di "sole" e di fantasia. Ma per lavorare poi, tornava a casa, dove v'era la giusta atmosfera per mettere a punto le idee maturate”.
E l’Europa rappresenta un continente che abbia ancora da dire sul piano artistico e culturale? Ci sono gli spazi fisici per fare arte? Esiste l’apertura mentale che accolga, giustifichi, consenta ogni tipo di espressione?
“L'Europa è ancora la culla. Non v'è altro continente al mondo dove le differenze siano così grandi ( di lingua, di etnia etc …) e dove nonostante ciò ci sia lo spazio fisico e mentale per trovare le dimensioni creative. Al centro e al nord Europa i mass media non sono ancora riusciti a disintegrare la curiosità. E per questo c'è ancora un pubblico che aspetta di essere stimolato”.
I nuovo mezzi di comunicazione servono certamente a diffondere la musica di qualità. Si potrebbe fare a meno del tam tam, che spesso hanno creato i casi artistici e culturali in genere?
“ Non capisco bene la domanda, scusate ...”.
Ancora sui nuovi mezzi di comunicazione. Ricordiamo la sorpresa di Pino Daniele che, anni fa, trovò in vendita, taroccato, un proprio c.d. ben prima che fosse ufficialmente diffuso. Pare che non se le prese, che leggesse con simpatia l’evento. Adesso, grazie a internet e alle possibilità che offre, anche scaricare musica illegalmente, gli stessi mezzi sono un ostacolo alla tutela dei diritti degli autori. Il prezzo vale la candela?
“Non lo so. Certamente non si può fermare l'innovazione tecnologica. Bisogna prendere atto che la fonografia, intesa come fenomeno di grandi proporzioni industriali è terminata. In questo senso non si può più pensare alla produzione di un album come un momento commercialmente significativo di un musicista. Prima si andava in tour per vendere e promuovere il C.D. Oggi è il contrario: si produce un C.D. affinché si possa testimoniare il proprio percorso artistico e, poi, grazie a questo ci siano i presupposti per andare in giro a suonare”.
Ai giovani che volessero seguire le tue orme e lasciare il proprio paese per fare arte, cosa consiglieresti di portare con sé per un viaggio che duri almeno trenta anni?
“Bisogna riempire bene la valigia. Più roba si mette dentro più, poi, ciò ti verrà utile per le molteplici esperienze che ti toccherà fare. Bisogna imparare diverse lingue. Più sono e meglio è.
Imparare a distaccarsi dalle abitudini. Qualunque esse siano. Anche di tipo gastronomico...ed è solo l'inizio.
Abbiamo letto di un incontro con Leoluca Orlando, grazie al quale pare tu sia, finalmente, tornato in Sicilia, con grandi riconoscimenti, anche per cantare. È andata proprio così come si legge?
“ Non so cosa abbiate letto. Ad ogni modo le cose sono state scritte correttamente sul libro biografico ABITARE IL SOGNO che lo scrittore FRANCO VASSIA ha appena pubblicato per la casa editrice Stampa alternativa”.
Ci avviciniamo al termine. Argomento collaborazioni. Ne hai realizzate con celebri personalità del mondo della musica. Ci segnali quelle che più ti hanno gratificato?
“ Linard Bardill e Konstantin Wecker”.
Vogliamo ricambiare il tempo che ci hai concesso. Ti facciamo un regalo. È l’unico che possiamo farti. Ecco, questa è la lampada, quella, proprio quella … Sfrega pure. Tre desideri che si realizzeranno senza dubbio alcuno. Su! Uno, due e tre … Via!
“Non ne ho. La gratuità è una cosa che non conosco. Ogni cosa và sudata. Solo così si comprende il lavoro che esiste dietro il raggiungimento di un risultato”.
Alessia e Michela Orlando

 
 
 
 
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