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Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

“Mani sul terremoto”: presentato il libro di Pietro Funaro

intolleranze alimentari

Buona ed interessata partecipazione, ieri sera, presso la sala conferenze del complesso ex tabacchificio Centola, per la presentazione del libro “Mani sul terremoto. Campania anni Ottanta, l'altra faccia dell'emergenza (Spazio creativo edizioni – collana A colpi d’inchiesta). Il Sindaco Ernesto Sica ed il Presidente dell'Associazione giornalisti salernitani Enzo Todaro hanno incontrato l'autore Pietro Funaro dando vita ad un piacevole confronto. L'opera vanta la prefazione del giornalista Ermanno Corsi, la postfazione di Paolo D’Auria, giovane laureato in ingegneria e giornalista, e gli interventi di Antonio Fantini, tra le massimi espressioni della Democrazia cristiana in Italia, e Giulio Di Donato, storico esponente del socialismo italiano. Il libro ripercorre un po’ di storia di ciò che è stata la cosiddetta Prima Repubblica in Italia e in Campania. Focalizzando l’attenzione sulla tragedia che colpì la nostra regione il 23 novembre del 1980, infatti, si racconta il dramma e la conseguente ricostruzione, facendo parlare i protagonisti dell’epoca, enunciandone le scelte e il loro perché, illustrando le posizioni dei partiti, fotografandone le opzioni adottate e motivazioni poste alla base delle stesse. In apertura, il primo cittadino Ernesto Sica si è soffermato “su un Mezzogiorno che non è stato capace di rialzarsi da quella tragedia nonostante il periodo successivo della ricostruzione doveva rappresentare un'occasione di sviluppo”. Ha inoltre evidenziato come “oggi assistiamo ad un terremoto ancora più violento, un terremoto delle coscienze, come si testimonia anche nel libro, con ripercussioni in ogni ambito della società”. Il Presidente Enzo Todaro, a sua volta, ha espresso soddisfazione per il rapporto di amicizia e collaborazione con il Primo Cittadino e con Pontecagnano Faiano “che ha tradizioni culturali, testimoniate soprattutto dal museo, davvero importanti, e che rappresenta una città che pulsa di attività”. “Pietro Funaro – ha aggiunto – è un giornalista di razza, di strada con un curriculum davvero importante e pieno di cultura. Nel suo libro, si tiene ben distante sia dal difendere i politici dalle proprie responsabilità sia dal prefigurarsi un giustizialista. Con atti amministrativi e descrizioni ben dettagliate anche dei partiti italiani, riesce ad offrire un quadro davvero importante di quel periodo”. E sul terremoto del 23 novembre 1980 ha ricordato come “la ricostruzione si caratterizzò, oltre che per la solidarietà, anche per il malaffare ma allo stesso tempo ricordo tanti politici incatenati ingiustamente”. A seguire, dunque, l'autore del libro Pietro Funaro, giornalista e docente universitario, ha ringraziato il Presidente Enzo Todaro ed il Sindaco Sica per aver promosso l'appuntamento con un libro “che ha già raccolto oltre 50 recensioni e che presto verrà presentato in uno speciale Rai”. “Questo lavoro – ha aggiunto – vuole essere un contributo a fare chiarezza, non ha pretesa di essere la verità assoluta, non intende indirizzare ma ricordare, informare, aiutare a capire in special modo coloro che dovranno costruire la società di domani, cioè ai giovani che spesso hanno poca memoria del passato. In questo senso è un punto di riferimento”. Soffermandosi sulla tragedia, ha ricordato come “colpì in particolare zone prive di collegamenti e difficili da raggiungere e dove di notte piombò anche la nebbia a rendere ancor più impegnativi i soccorsi. Tra i primi ad arrivare ci furono i militari tedeschi che offrirono subito il proprio aiuto. Alla tragedia seguì la ricostruzione guidata dai commissariati di governo e con basi comunali i cui atti avevano forza e potere di legge. Furono spesi 60 mila miliardi di lire che sicuramente fecero gola a molti e tra l'altro questo periodo finì per coincidere anche con Mani pulite dove ci fu una grande ondata di giustizialismo in Italia. Fu un periodo dipinto da qualcuno come il più nero di tutti ma ritengo che una cosa sia il giustizialismo ed un'altra il tintinnio di manette caratterizzato da tanti arresti e suicidi e poche condanne. Basti pensare allo stesso Giulio Di Donato che affrontò 70 processi ed ebbe solo una condanna, nonostante il parere contrario del procuratore in Cassazione. E nel salernitano c'è l'esempio del ministro socialista Carmelo Conte assolto dopo 20 anni. Il terremoto, inoltre, doveva essere occasione di sviluppo e volano di ricrescita economica ma invece non è avvenuto nulla di tutto ciò proprio perché si è registrato un passaggio non facile dalla Prima alla Seconda Repubblica per arrivare oramai verso la Terza dove siamo sempre più vittime dello Spread e del debito pubblico”.

 
 
 
 
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