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Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Litoranea di Pontecagnano: storie di ordinario degrado.

Dopo i primi attimi di sorpresa, abbiamo pensato ad una burla. Possibile che sia vero? Hanno messo le sbarre? E perché non un muro o un reticolato di filo spinato? Le telecamere? Quelle sono arrivate puntuali per immortalare la scena poco edificante per l’immagine “turistica” del Comune che si è svolta sulla litoranea Magazzeno di Pontecagnano. Allora è tutto vero! Per fronteggiare gli alti tassi di prostituzione nella litoranea di Pontecagnano, i residenti non sapendo più a che Santo votarsi, hanno preso l’iniziativa di sbarrare le strade alle abitazioni per impedire l’accesso alle signorine che esercitano in zona il mestiere più antico del mondo e che esibiscono la merce sotto le case e sotto gli occhi innocenti dei loro bambini. Il “divieto” di accesso (o di sosta?) è stato attuato con il permesso del Comune e del sindaco del paese! Se non fosse triste, ci sarebbe da ridere. Pare che alcuni residenti sarebbero persino pronti a trasferirsi armi e bagagli nella vicina Salerno lasciando intuire che sulla litoranea si è costretti a vivere in un ambiente privo delle necessarie garanzie di sicurezza e di vivibilità dove la legalità è ormai diventata un optional. I residenti sono meritevoli di tutela, stanno cercando faticosamente di far decollare il risanamento della fascia costiera, ma sono praticamente abbandonati a se stessi. L’amministrazione comunale lascia fare, autorizza e lascia aggruppare i nodi irrisolti con dei palliativi imbarazzanti che non possono risolvere né il problema della dilagante prostituzione né quello della sicurezza. Pare che un progetto di un centro di aggregazione, per 180 mila euro, sia ancora chiuso nel cassetto del sindaco. Che fine hanno fatto quei soldi? Domande senza risposta. Il livello di degrado della zona,intanto, ha superato i limiti di guardia. La battaglia contro le prostitute è una lotta contro i fantasmi perché le forze dell’ordine, a parte una retata, non possono garantire uno presidio permanente, con gli organici ridotti, sull’intera fascia litoranea. Che fare? Secondo i residenti la ricetta è semplice: occorre che coloro che hanno ricevuto il compito di governare, ieri e oggi, e che hanno pesanti responsabilità politiche e morali sul costante processo di degradazione di questa zona, badino meno alle poltrone e al mattone e non siano immobili sui problemi sociali che interessano la collettività. La protesta dei residenti di Magazzeno è una forma di “disubbidienza civile”, non una semplice protesta. Sarà ascoltata, oppure resterà ancora lettera morta?

Walter Brancaccio

 
 
 
 
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