Aggiungi ai preferiti
Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

La  difesa  del  suolo  non  può  più  attendere: il  problema  degli  incendi  boschivi.

Gli incendi boschivi costituiscono un grave e complesso problema ambientale anche a causa delle diversificate motivazioni che rendono difficoltoso il loro controllo preventivo. Il fuoco innesca impatti immediatamente evidenti, come la perdita della copertura vegetale, che hanno effetti catastrofici sugli aspetti geopedologici (alterazione delle caratteristiche chimico-fisiche del suolo ed erosione accelerata dei suoli) ed impatti che si manifestano a medio e lungo periodo e che coinvolgono direttamente l’evoluzione dei versanti quali la diminuzione della capacità di infiltrazione e la conseguente predisposizione all’innesco di processi denudazionali e movimenti in massa che rientrano nelle fenomenologie caratteristiche delle alluvioni e delle frane. Val la pena di sottolineare che questi effetti negativi che si manifestano a più lungo termine dopo gli incendi non sempre vengono relazionati all’azione distruttrice complessiva degli incendi boschivi, in quanto spesso mancano le competenze interdisciplinari indispensabili per individuare le cause predisponesti e determinanti dei complessi fenomeni alterativi che vengono innescati dagli incendi boschivi. In una visione geo-ambientale si può affermare che la diminuzione dell’infiltrazione delle acque meteoriche e il conseguente aumento della percentuale delle acque di scorrimento superficiale consentono un notevole incremento della loro velocità che porta ad un innalzamento del potere erosivo con aumento del trasporto solido, in sospensione e in trascinamento e possibili inneschi di fenomeni erosionali e franosi. Infatti, i bacini idrografici maggiormente interessati dagli incendi della copertura vegetale presentano una maggiore predisposizione alla torrenzialità, con piene repentine ed impetuose capaci di notevole potere erosionale. Ciò non solo può generare fenomeni franosi, ma nelle porzioni vallive delle aste fluviali, sovente utilizzate dagli uomini in maniera impropria, è causa di disastrosi alluvioni. Per la loro sempre maggiore diffusione, per la loro difficile  previsione d’innesco e per le loro conseguenze alterative sui parametri dell’ambiente fisico, gli incendi boschivi devono, a pieno diritto, essere annoverati tra i processi fortemente alterativi della superficie terrestre e, quindi, delle attività antropiche. In questo periodo su tutto l’Appennino Meridionale ed in alcune località della Sicilia si sono sviluppati incendi boschivi che hanno interessato milioni di ettari di terreno causando un notevole danno ambientale e facendo rientrare il fenomeno tra le grandi calamita dell’ultimo ventennio.E’ sorprendente che nonostante la ripetitività di questi eventi catastrofici, ci si trovi sorpresi ed impreparati per mancanza di adeguati mezzi, uomini e di quelle conoscenze generali e specifiche che avrebbero dovuto imporre una più attenta gestione di un territorio ritenuto, dopo l’ultimo evento catastrofico accaduto, ad alto rischio. Pur nel più alto rispetto delle tragedie umane conseguenti a questi eventi, non si può ignorare che l’intera normativa sulla difesa del suolo non ha trovato ancora piena applicazione in Campania, il cui Ente regionale non è riuscito ad organizzare gli strumenti tecnico-attuativi previsti, per passare concretamente a progetti di difesa e salvaguardia del territorio.In sostanza, occorre un coordinamento degli organismi territoriali (Corpo Forestale, Protezione Civile, Comuni, Comunità Montane, Enti Parco ecc..), le forze dell’ordine ed anche con il coinvolgimento delle associazioni di volontariato che, iniziando dal pattugliamento del territorio anche con l’ausilio di riprese all’infrarosso termico o da tele-sorveglianza, esercitano un’ azione sinergica, avente unica regia, finalizzata alla previsione e prevenzione delle cause che innescano i focolai. Considerata inoltre la esiguità dei fondi a disposizione degli enti locali, necessita da subito che la Regione, come azione deterrente, effettui su tutto il territorio della Campania il catasto delle aree incendiate, imponendo alle amministrazioni comunali il divieto in tali aree di realizzare manufatti o di esercitare attività di pascono, cause queste, che sempre più spesso armano la mano dei piromani. Non va infine trascurato, sempre a cura dell’Ente Regionale, l’immediato intervento per la sistemazione e la rinaturalizzazione con essenze autoctone delle aree devastate, al fine di evitare l’amplificazione del danno ambientare derivante dalle fenomenologie sopra illustrate.

Sabino Aquino
Presidente Parco Regionale dei Monti Picentini

 
 
 
 
Pontecagnano Faiano
San Cipriano Picentino
San Mango Piemonte
 
 
 
 
             
  Avviso di Copyright 2006 © Redazione Per la tua Pubblicità Link utili Il Periodico