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Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

COMANDO IMPERIALE di Chiara Altavista
Il termomiracolante e la centralizzazione capitalistica.

Termovalorizzatori, termoutilizzatori: il ceto politico della Campania ha scatenato una guerra intensiva, non solo politica ed ideologica, ma anche linguistica e semantica, per convincere le moltitudini che non esistono alternative agli inceneritori per liberarci della valanga di rifiuti che produciamo. Fra poco i media lanceranno un nuovo termine sul mercato semantico, quello di termomiracolante. Ci spiegheranno, con questo termine, che l’inceneritore sarà capace di trasformare ogni pezzo di munezza in un miracolo: ad ogni buccia di banana incenerita si potrà esprimere un desiderio e passare all’incasso presso gli enti pubblici e/o le multinazionali padroni degli stabilimenti. La costruzione di un termomiracolante sarà l’evocazione del paradiso terrestre, per quella parte di umanità che avrà la fortuna di vivere intorno agli inceneritori. Per adesso si è già arrivati ai giuramenti solenni e ai richiami ai sacri valori della famiglia e della patria locale. Ma da dove nasce tutto questo amore per i termosvalorizzatori? Bisogna ragionare. Per un piano serio per il riciclaggio e la trasformazione dei rifiuti in Campania, occorrerebbero posti di lavoro, ci vorrebbe vero lavoro vivo, dovrebbe essere attivata la raccolta differenziata porta a porta, oltre al coinvolgimento e responsabilizzazione dei cittadini. Ed inoltre, cosa gravissima per i politicanti, le risorse e le ricchezze di questo processo dovrebbero essere decentralizzate, dovrebbero essere sparse a rete nel territorio. Si dovrebbe creare organizzazione sociale con un'estesa cooperazione, una buona e sana occupazione e avere salari, stabili e sicuri sparsi sul territorio. Ma ciò implicherebbe l’assenza di un controllo politico centralizzato. Per questo un piano serio di riciclaggio e trasformazione dei rifiuti viene definito impossibile dai nostri politicanti. Con i termosvalorizzatori, invece, ci sarà poca spesa in lavoro vivo ed un impianto industriale costruito a gratis con i finanziamenti dei lavoratori europei con la proprietà e la gestione degli inceneritori nelle mani delle multinazionali che, come è noto, hanno un rapporto esclusivo e preferenziale solo con altri potenti, covando una grande paura delle moltitudini. L’inceneritore non è più conveniente o più utile di altre soluzioni più partecipative, ma ha un grande vantaggio per il nostro ceto politico:i flussi di danaro e di potere sono centralizzati e, quindi, controllabili. Basterà semplicemente recintare e blindare le sorgenti di questi flussi per gestirli. D’altronde questa strategia è stata già collaudata. E’ con le occupazioni delle sorgenti d’acqua che, in Sicilia, la mafia ha creato il presupposto per la propria grande potenza. E’ la centralizzazione di soldi e potere che ha fatto diventare gli inceneritori termovalorizzatori ed è per questo che presto saranno battezzati termomiracolanti. Il tutto naturalmente per chi crede alle favole del potere.

Inchiesta pubblicata dal periodico "Promemoria" nel mese di settembre del 2004
 
 
 
 
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