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Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Intervista al Presidente della Comunità Montana Monti Picentini, Luciano Caggiano.

Luciano Caggiano, da quattro anni al vertice della Comunità montana, è abituato ad un lavoro oscuro ma intenso. Aperto al confronto, al gioco di squadra, attento alla gestione sia politica sia amministrativa dell’Ente. Avvocato, è consigliere comunale di San Cipriano Picentino. Guida la più grande azienda del comprensorio con i suoi 130 operai forestali, 58 precari e una decina di dipendenti. Tanti i progetti importanti realizzati e finalizzati a fare da supporto tecnico e promozionale a settori specifici, dal terzo settore al turismo rurale, dalla valorizzazione dei prodotti tipici locali allo spegnimento degli incendi, sempre con un forte impulso alla forestazione e bonifica montana che resta il comparto privilegiato. L’Ente montano, con sede a Giffoni Valle Piana, sull’emergenza rifiuti è ormai organizzato come una cabina di regia sul piano comprensoriale, per un governo condiviso del territorio.  
Presidente, a proposito dei cantieri della forestazione lei ha chiesto esplicitamente ai cittadini di vigilare e controllare il lavoro degli operai sollecitando una vigilanza partecipata. Era prevedibile una presa di posizione – polemica- del sindacato.
Il sindacato pratica il suo mestiere ma confermo la linea della vigilanza partecipata. C’è una stagione per reclamare i diritti che vanno, in ogni caso, tutelati ma anche un tempo per proclamare una cultura dei propri doveri. Le condizioni difficili in cui versa il Paese e la stessa provincia, afflitta dalla cronica mancanza di lavoro, dal grande disagio del precariato, rende ancora più evidente il privilegio di cui godono i nostri dipendenti. Non c’è niente di scandaloso nel sottoporre al controllo democratico dei cittadini la qualità dei lavori e l’impegno del personale dipendente interessato. 
Ciclicamente, si ritorna a parlare dell’opportunità della presenza delle Comunità montane. E’ inutile chiederle cosa ne pensa.
Ribadisco, ancora una volta, il ruolo particolare e l’importanza delle Comunità montane per la salvaguardia e lo sviluppo del territorio, per la manutenzione dei nostri boschi, per la prevenzione  dei rischi ambientali e del dissesto idrogeologico. Svolgiamo funzioni essenziali delegate anche dai Comuni oltre che dalla Regione. Sono stufo di leggere critiche distruttive sulle comunità montane anche perché non riesco a comprendere i motivi per cui l’escalation mediatica sui temi dei costi della politica continua a concentrarsi, in modo esclusivo, su questi Enti. Siamo forse un bersaglio troppo facile. Perché non si discute, ad esempio, di una miriade di Enti intermedi come gli A.T.O., Autorità di Bacino, Aziende di Soggiorno,Consorzi di bonifica e via elencando, che non vengono mai individuati come paradigmi degli sprechi. La questione centrale è che le Comunità montane vivono di finanza derivata, il 90% del bilancio proviene dai fondi regionali della legge 11. Come possiamo sprecare il denaro pubblico quando il 90% dei 3.540.000 di euro sono vincolati e assorbiti per pagare i nostri dipendenti ?   
La realizzazione del termovalorizzatore a Cupa Siglia è un argomento di stretta attualità. Bisogna costruire il termovalorizzatore?
Che bisogna costruire i termovalorizzatori  lo stabilisce il decreto del verde Ronchi che prevede  tre fasi per il ciclo dei rifiuti: differenziata spinta, Cdr e compostaggio e alla fine il tassello fondamentale del termovalorizzatore per una corretta gestione integrata del ciclo dei rifiuti. Di fronte al disastro dei rifiuti in Campania il termovalorizzatore è l’unica strada percorribile per non trovarsi nelle stesse condizioni, prima o poi, della provincia di Napoli. Oggi verifichiamo un clima culturale diverso: si è passati dalla logica del “rifiuto del rifiuto” ad un atteggiamento più costruttivo e responsabile. Il problema quindi non è se costruire il termovalorizzatore ma la scelta di collocarlo a Cupa Siglia ai confini di altri comuni. Era necessario? O sarebbe stato meglio individuare una zona lontana almeno 20 chilometri dai centri abitati che avrebbe destato meno allarme per la salute dei cittadini ? Tuttavia il Sindaco di Salerno ha chiarito in modo convincente i termini della questione durante le consultazioni, quando ha precisato che servivano 220 mila metri quadrati per costruire il termovalorizzatore. L’unica zona con queste caratteristiche era l’area di Cupa Siglia che è collegabile con una bretella all’asse autostradale, e la cui costruzione  inibisce la realizzazione della centrale termoelettrica e soprattutto il metanodotto il cui percorso avrebbe dovuto attraversare per 34 Km l’intero Parco regionale dei Monti Picentini provocando maggiori squilibri e ferite ben più vistose al territorio. Insomma, si è trattato di scegliere il male minore.  
E i problemi legati all’impatto ambientale e alla salute dei cittadini?
Non ci sono certezze su questa complessa e controversa materia e sul fatto che l’impianto possa essere nocivo per la salute dei cittadini. Per questo, nell’ambito di un confronto allargato che prevede più momenti per le doverose attività di valutazione e verifica fra il Commissario e i sindaci del territorio, è stata costituita una apposita commissione, con la partecipazione attiva  dell’associazione Ambiente e Salute che si occuperà del monitoraggio ambientale e di tutte le fasi che riguardano la costruzione, gestione e controllo del termovalorizzatore. Il Comitato di Vigilanza permanente di cui il nostro Ente fa parte, è chiamato inoltre a vigilare sugli impegni assunti che rappresentano una sintesi accettabile fra le diverse esigenze. Gli impegni programmatici ed operativi convenuti riguardano il superamento dell’impianto di trasferenza di Sardone, l’onore di bonificare la  discarica di Colle Barone, di garantire il teleriscaldamento gratuito per la frazione di Campigliano, con la previsione, infine, di assicurare pari opportunità con il comune capoluogo nei ricavi derivanti dalla vendita dell’energia elettrica.  
Quali sono i principi e le linee guida in materia di forestazione e bonifica montana?  
Una scelta di campo è già stata fatta rispetto al passato. Il criterio di fondo del piano ha inteso privilegiare opere di bonifica montana del territorio e prevenzione boschiva, valorizzando la viabilità rurale e ponendo in secondo piano le esigenze di decoro urbano dei singoli Comuni, i quali dovranno provvedere autonomamente alle loro esigenze. Tre milioni di euro erogati dal ministero per l’Ambiente (ex progetto Liguori) saranno impiegati per la forestazione. Si incomincerà dal completo rifacimento della strada boschiva Acqua Bianca nel territorio di San Cipriano Picentino e zone limitrofe.        
L’ultima domanda. Qual è stato finora il risultato amministrativo che più di tutti lo ha personalmente gratificato?
Dal lungo elenco delle realizzazioni concrete basta citare il nostro sistema antincendio,che ci pone all’avanguardia in Campania, la rete sentieristica e le relative cartografie, lo sportello per le attività produttive, l’associazionismo. Ma il dato più significativo, il nostro fiore all’occhiello, riguarda la capacità di intercettare fondi europei, nazionali e regionali per progetti che ammontano complessivamente a 18 milioni di euro, sei volte quello che ci viene trasferito per la gestione ordinaria dalla Regione Campania. Mi sembra un grande risultato.  
Walter Brancaccio

 
 
 
 
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