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Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Una testimonianza storica da recuperare.

Si trova ai piedi di una montagna, nella valle del Fiumicello, uno degli affluenti del picentino, e nel comune di Giffoni Valle Piana. Si chiama con un nome strano, mai sentito prima: “Il Mandrizzo dei Cancellieri”. “Sono i resti di una struttura rurale, probabilmente dell’Alto Medievo, che presumibilmente era la sede del Cancelliere del Comune che si recava tra la popolazione montana per stilare gli atti amministrativi. Ma potrebbe essere stata anche la sede della gendarmeria poiché situata in un posto strategico che domina la valle e controlla  tutte le vie di accesso di montagna del demanio comunale. Che risale all’alto –medioevo lo prova il metodo, cosiddetto della cementina, usato per costruirne le mura, ma la storia e le finalità vere di questa costruzione, i cui componenti culturali non sono più leggibili, sono ancora avvolte nel mistero. Nell’epoca moderna la struttura fu adibita a mandrizzo, cioè a struttura per gli animali” afferma l’assessore Nicola Faino. Qualunque sia stata la sua storia e la sua importanza, ancora da chiarire, l’assessore all’Agricoltura della Comunità montana Nicola Faino, uno dei più attivi della giunta Caggiano, si è impegnato a recuperare questo simbolo dimenticato di tutto il territorio che è rimasto in un letargo fatto di abbandono e di incuria. Una testimonianza che comunque è degna di ritrovare il suo posto nella storia e  che potrebbe essere recuperata e valorizzata con i fondi messi a disposizione dalla Legge regionale n.22 del 2006 che promuove il risanamento conservativo, il restauro e il recupero funzionale dei manufatti rurali; per tale obiettivo la Regione Campania concede dei contributi nella misura del 45% delle spese ammissibili effettivamente sostenute. Il Mandrizzo dei Cancellieri è inserito in un contesto ambientale di notevole interesse ma arrivare fin lassù non è semplice: bisogna percorrere un sentiero che da Cocchiature arriva alla Fontana all’Erta, di qui si diparte un altro sentiero che arriva ai resti della struttura. “ Sarebbe motivo di grande soddisfazione recuperare questa struttura,inserita nel Parco regionale dei Monti Picentini, per farne uno degli itinerari storici e naturalistici del nostro territorio” ha dichiarato Nicola Faino.

 
 
 
 
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