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Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Intervista al Presidente della Comunità Montana, Luciano Caggiano.

Il Presidente illustra i nuovi programmi e i progetti in cantiere per rilanciare l’Ente montano.
Ha preso slancio e vigore la nuova giunta di centrosinistra presieduta dall’avvocato Luciano Caggiano. Il nuovo presidente della Comunità Montana Monti Picentini ha aperto una fase nuova e diversa nel clima politico, nei rapporti e nella gestione di un ente che ha sofferto, ed è stato spesso “bloccato” dalle manovre di piccolo cabotaggio, dalle faide tra gli amministratori, dalla scomposizione-ricomposizione dei gruppi, dai piccoli interessi clientelari. Ora fila tutto liscio nella nuova giunta di centro-sinistra. Non era un'impresa da poco considerati i precedenti. L’avvocato Luciano Caggiano, consigliere comunale a San Cipriano Picentino, è stato eletto da una coalizione che dispone di una larghissima maggioranza. Otto gli assessori. Concretezza ed unità d’intenti nel segno del rinnovamento. Caggiano non si discosta da questo preciso canone. L’attuale presidente è visto, infatti, come la personalità in grado di garantire una fase stabile di governabilità. Lo incontriamo nella sede della Comunità montana Monti Picentini, a Santa Maria a Vico, reduce da un incontro in quel di Sei Casali sulla realizzazione di un impianto di compostaggio da 30.000 tonnellate annue da ubicare a Sardone. La critica radicale delle politiche ambientali fatta di dati e cifre è il primo argomento che tocchiamo. L’analisi è profondamente realistica, a tratti impietosa. Vale la pena seguire l’assunto di Caggiano. “Il ciclo finale dei rifiuti ha prodotto finora soltanto immondizia imballata, destinazione Dusseldolf, con costi esorbitanti per le comunità. Alla base del fallimento del ciclo integrato dei rifiuti vi è una violazione dello spirito e della sostanza della legge Ronchi. Il decreto Ronchi all’articolo 5 fa riferimento agli ambiti territoriali ottimali più vicini per lo smaltimento dei rifiuti al fine di ridurre i movimenti dei rifiuti solidi urbani, presuppone il raggiungimento del 35% di differenziata entro 6 anni per legge ma i bacini ottimali non sono stati individuati e la creazione di consorzi non ha dato i frutti sperati. Sono stati fatti molti errori frutto dell’imprevidenza e di un'onerosa gestione che ha aumentato i costi per le comunità “.

La panacea per tutti i mali è indicata da tutti nella raccolta differenziata…
Occorre stabilire, una volta per tutte, il principio della premialità ancora da affermare che consiste nel “premiare” il Comune virtuoso che fa la differenziata ma contestualmente va anche penalizzato, in qualche modo, chi non la effettua. I Consorzi poi devono rientrare nei compiti e nelle funzioni stabiliti dal decreto Ronchi, si devono occupare in primo luogo della raccolta differenziata mentre si limitano alla gestione degli impianti. E la cosiddetta “caratura” degli impianti deve essere proporzionale allo smaltimento delle aree omogenee perché il costo non può essere rapportato alle esigenze interne del Consorzio che hanno voce in capitolo nelle assunzioni di manodopera scaricando sulla collettività nel suo complesso la lievitazione dei costi quando invece si dovevano raggiungere obiettivi di abbattimento dei costi ”.

Sì è consolidato il quadro di sinistra e si è rafforzato il rapporto Ds - Margherita che in provincia di Salerno conosce invece durezze e incomprensioni. Un bell’esempio di coesistenza pacifica.
“Questo è vero. Ma il vero dato politico da cogliere è che qui abbiamo sperimentato con successo un nuovo modello di partecipazione alla vita dell’Ente. I singoli assessori non sono più portavoci di interessi particolaristici o peggio ancora individuali come accadeva nel recente passato ma espressione delle esigenze del territorio, di tutto il territorio nel suo complesso. Si tratta di un passo in avanti decisivo. Oggi rispetto al passato, abbiamo voltato pagina. Abbiamo una maggioranza politica omogenea che ha ridotto a zero lo stato di conflitto e i consiglieri <ballerini>”.

La Comunità montana è un Ente che si occupa istituzionalmente di forestazione e di bonifica montana: oggi tra le sue molteplici competenze ci sono la valorizzazione dei prodotti tipici, la promozione turistica, la protezione civile, la formazione professionale e via elencando. Non c’è il rischio di una sovrapposizione e di un'invasione di compiti e funzioni con altri enti territoriali? Non vi occupate di troppe cose?
“Non è così. La nostra Comunità montana non si sovrappone ma si affianca, s'integra e interagisce con gli altri enti locali. Il nostro Ente è soggetto attivo dello sviluppo del comprensorio. Il suo campo d'azione è certamente vasto ma oggi promuove tutta una serie di servizi essenziali associati con i Comuni che fanno risparmiare risorse ed energie agli altri Enti. Nel 2004 vi è stato il processo di stabilizzazione di 131 operai idraulico-forestali che rappresenta una svolta epocale che ci permettono di assicurare tutta una serie di interventi di riqualificazione del territorio soltanto parzialmente messo al sicuro dalla frane e dagli smottamenti. La difesa del suolo, la tutela dell’ambiente, l’opera di risanamento del territorio è al centro dei nostri processi decisionali e programmatori in atto. Per il mese di luglio renderemo concreto la centralizzazione e l’automatizzazione di un servizio Antincendio all’avanguardia, usufruendo dei fondi del POR per 450mila euro che ridurrà le spese dei comuni per la manutenzione. Con i fondi della legge 11 abbiamo compiuto numerosi interventi di bonifica montana, abbiamo attivato i PIT, 900mila euro saranno destinati alla creazione e al recupero di sentieri, altri 250mila euro per l’Oasi del Monte Accellica. Ci sono stati approvati inoltre quattro progetti per i PIR per una cartellonistica in pietra lavica, per la messa in rete di tutti i servizi turistici con l’Info Point, per il risanamento idrogeologico e la valorizzazione dei prodotti tipici. Un altro significativo, progetto in corso di realizzazione è il progetto Life del ministero dell’Ambiente che ci permetterà di monitorare le sponde e l’ossigenazione delle acque di tutto il fiume Picentino”.

E’ attivo lo Sportello Unico per le Attività Produttive a servizio degli operatori economici del picentino. Lo sportello ha lo scopo di informare gli imprenditori sulle opportunità dei finanziamenti previsti dai POR, PIT ePIR e su altri specifici bandi di finanziamento. Lo Sportello funziona ed è utilizzato?
“ La filosofia dello Sportello è ispirata a due criteri fondamentali: l’economicità e la velocità delle procedure. Oggi per aprire una fabbrica nella zona Pip prevista dal Piano Regolatore del Comune di Giffoni Valle Piana basta una semplice autorizzazione Che lo Sportello funzioni è attestato dalle richieste di insediamenti produttivi finora pervenuteci: trentanove soltanto da imprenditori di Giffoni Valle Piana, ventisei da Pugliano, undici da Olevano, nove da Sei Casali, tre da San Mango Piemonte e altri tre da Acerno; anche il comune di Castiglione è presente con una richiesta, per un totale di 92 richieste”.
Otto assessori non sono un po’ troppi?
“Lo prevede lo Statuto”.

Walter Brancaccio

 
 
 
 
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