 XXI FESTIVAL DI MUSICA ANTICA
XXI FESTIVAL DI MUSICA ANTICA
                                  Convergenze/Deviazioni
                                  L’Arte della variazione dal  Barocco al Jazz
                                  
                                  Salerno: 30 novembre -23  dicembre 2008 Chiesa della SS.Annunziata ore 21,00 – INGRESSO LIBERO
                                                     Il ludus harmonicus tra variazione e improvvisazione
                                  Al  via il 30 novembre nella Chiesa della SS.Annunziata la XXI edizione del  Festival di Musica Antica promosso dall’Associazione Koinè di Carmine Mottola  che spazierà dal Barocco al Jazz in cinque appuntamenti
                                La XXI edizione del Festival di  Musica Antica, promossa dall’Associazione Koinè di Carmine Mottola, con il  sostegno della provincia e il Comune di Salerno, unitamente alla Fondazione  della Cassa di Risparmio Salernitana, nella sua intrigante particolarità di  lavorare attorno ad un tema prestabilito, avvia la propria indagine intorno  all’era della “Musica totale”. Carmine Mottola ha dedicato il cartellone 2008  alle convergenze e deviazioni della musica racchiuse nel tema  “L’Arte della Variazione dal Barocco al Jazz”.  L’improvvisazione e la variazione rappresentano in musica i percorsi di unità e  divergenza di tutti i generi, una “semplice” complessità in cui la  manipolazione del materiale sonoro definisce strutture e modelli la cui  interazione genera sistemi a livelli crescenti di astrazione. Dalla nascita  della musica il binomio variazione-improvvisazione ha attraversato l’intera  letteratura musicale  e se nell’atto  della variazione come scrive Nielsen “Si debba vedere più che una elaborazione  del tema un ripensamento di esso, ripensamento che porta a superare il punto di  partenza, cioè il dato di fatto iniziale che nella variazione dovrà essere in  sé compiuto, in un certo senso autosufficiente, un microcosmo già formato che  va interpretato e rinnovato mediante una valorizzazione delle sue risorse e  possibilità”, l’estemporaneità dell’esecuzione e l’immediatezza dell’invenzione  riconducono questa particolare prassi esecutiva alle caratteristiche proprie  dell’improvvisazione, dunque all’elaborazione di nuovi temi che, generati  dall’idea di partenza, se ne discostano al punto da non conservare, in  apparenza, alcuna affinità. Queste due pratiche con le proprie convergenze e  deviazioni assurgono a simbolo del jazz, attraversando i programmi di cinque  concerti che ospiteranno il 30 novembre, nella serata inaugurale  Tommaso  Rossi, Gaetano Russo, Maria Rosaria Marchi e I solisti della nuova Scarlatti,  protagonisti de’ “Les Gouts Rèunis – invenzioni musicali dal barocco al post  moderno”, i quali spazieranno da  Bach a Debussy, passando per Clementi e Penderecki, sino a chiudere con la  koinè linguistica espressa in “Serenata per un satellite” di Bruno Maderna; il 3 dicembre si giungerà al confronto tra  un gruppo barocco e una formazione jazz, con il Barocco in jazz del Laus  Concentus e del Musicarte Jazz  Projects, un vero e proprio duel su otto gemme della musica seicentesca; il 14 dicembre ritorna l’Accademia degli Imperfetti con le “Variazioni sopra l’Aria”  con lo sviluppo di un florilegio di temi di  bassi ostinati presi dal consolidato repertorio in voga, mentre il 20 dicembre Renata Fusco, Matteo Mela, Lorenzo Micheli e Massimo Lonardi, proporranno “La Suave Melodia”, l’arte della  variazione nella musica di Andrea Falconieri e del suo tempo, con un  confronto nelle danze, nelle Sinfonie e nelle Toccate per arciliuto, chitarra  barocca e tiorba di questo autore e di altri compositori, in cui ritroveremo lo  stesso gusto per l’immediatezza melodica che caratterizza i brani vocali, unito  alla sapienza contrappuntistica e all’ utilizzo assai raffinato della  variazione strumentale. Gran finale il 23  dicembre con il Concerto de’ Cavalieri di Francesca Vicari e Marcello Di Lisa che evocherà l’estro del concerto barocco per archi con i concerti grossi di  Alessandro Scarlatti e Georg Friedrich Haendel e l’invenzione veneziana di  Antonio Vivaldi.